Nina Zilli: “Non credo nei talent show come incubatori d’artisti”

È stata la rivelazione del Festival di Sanremo 2010, se non addirittura “la rivelazione” che è riuscita a conquistate l’airplay radiofonico con il brano L’uomo che amava le donne, battendo la concorrenza dei tanto millantati vincitori della manifestazione canora di quella stessa edizione. Stiamo parlando di Nina Zilli, la quale ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa manifestando il suo disappunto contro i talent show: Non credo nei talent show come incubatori d’artisti – ha dichiarato la Zilli a Repubblica Magari trovi delle belle voci, però bisogna ricordare che, alla fine, cantare bene non è difficile. Il problema, invece, è costruirsi una personalità artistica: una voce senza personalità, infatti, non è nulla.
Nina Zilli ha proseguito il suo pensiero in merito ai talent sottolineando come da qui a breve i cantanti reduci da un programma di questo tipo possa avere una vita artistica breve: Di tutti questi talenti da piccolo schermo, invece, non so chi sopravviverà tra 10 anni. Da che mondo è mondo, le voci che restano sono poche e non è plausibile che ogni stagione Mediaset e Rai ne sfornino due o tre. Penso a Gianna Nannini, Elisa, Ligabue, Carmen Consoli: non sono arrivati tutti insieme! In America, poi, c’è la sindrome da suicidio dei talent: siete avvertiti!

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